Manga

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La parola Manga, sicuramente l’avete incontrata, sia girando per una libreria, in un dibattito animato sulla pop culture o anche in una conversazione tra amici appassionati. Ammetto, è un termine intrigante, vero? Io mi sono spesso chiesto da dove provenisse esattamente questa parola così familiare eppure così carica di storia. La vediamo dappertutto oggi, ma cosa significa davvero?

E poi, personalmente, ho sempre trovato affascinante questa cosa un po’ ibrida: un fumetto venuto dall’altra parte del mondo che però è riuscito a conquistare milioni di lettori apprendisti fino alle nostre terre. Manga, più che un genere, è quasi un universo. Volevo approfondire un po’, dare un’occhiata dietro questa etichetta.

Sapete, la prima volta che ho capito che manga non era solo dei fumetti giapponesi come gli altri, è stato guardando i disegni, lo stile così particolare, quel modo di raccontare attraverso occhi giganteschi, emozioni amplificate… Sì, è tutta un’arte, un linguaggio grafico a parte.

Ma la storia è ancora più ricca: da secoli si vede evolversi questa forma di immagine disegnata in Giappone, con tradizioni che affondano nelle stampe, nei rotoli dipinti, tutto questo ben prima della comparsa del manga come lo conosciamo. È questo che rende il tema appassionante, non credete?

Per non parlare del fatto che la popolarità del manga esplode in Francia, in Giappone e anche altrove, con cifre che fanno girare la testa. Ma qual è dunque l’origine di questo nome e la ricchezza nascosta dietro? Dai, facciamo una passeggiata un po’ verso le radici di questo termine così famoso.

Qual è l’origine e il significato del cognome Manga?

Ecco, Manga, questa parola viene dal giapponese e ha diversi significati che si incrociano e si mescolano. Letteralmente, è composta da due kanji, « man », che può richiamare la nozione di vagabondaggio, di derisione, persino di esagerazione, e « ga », che significa semplicemente « disegno » o « immagine ». Il che dà più o meno « disegno a tratto libero » o « immagine esagerata », come una caricatura, ma con una connotazione piuttosto ludica.

Mi piace questa idea, perché mostra che il manga, all’origine, era un po’ un disegno libero, a filo di fantasia, senza pretese di realismo, quasi uno schizzo al volo delle idee, un momento di espressione spontanea. Tra l’altro, il termine si è diffuso intorno al XVIII secolo con le raccolte di stampe di Hokusai, quel famoso artista giapponese.

È affascinante pensare che questo nome, che ci arriva da un’arte così antica, ha finito per designare oggi un’intera industria, uno stile di creazione che ha invaso il mondo. La parola è evoluta, passando da « caricatura » o « immagine buttata » a questo concetto di fumetto giapponese che adoriamo leggere.

Un tipo di nome Ippyō Imaizumi consigliò addirittura alla stampa intorno al 1890 di adottare « manga » per tradurre la parola occidentale caricatura, dando a questo termine una nuova vita molto legata alla narrazione grafica. Solo nel XX secolo, con la crescente popolarità, la parola Manga ha cominciato a designare specificamente il fumetto giapponese, e non più solo il semplice schizzo o caricatura.

Un po’ come una vecchia quercia che assume forme diverse con le stagioni, questo nome riflette una cultura viva e in costante mutamento, e non una semplice etichetta fissa.

Il senso profondo e l’evoluzione della parola Manga

Il Giappone, con le sue tradizioni di arti visive, ha sempre dato un posto importante all’immagine come vettore di racconto ed emozione. La parola Manga, all’inizio, non indicava solo il fumetto, ma poteva anche coprire un ampio spettro di « disegni leggeri » o « immagini senza uno scopo preciso ».

È abbastanza divertente vedere che questo termine può anche essere tradotto come « immagine derisoria » o « disegno incompiuto » a seconda delle fonti, il che è tutt’altro che peggiorativo perché evoca piuttosto uno stile di schizzo, di espressione libera. Non è male, vero?

Poi, con l’influenza occidentale e la crescita delle caricature nella stampa giapponese alla fine del XIX secolo, manga diventa un termine sinonimo di fumetto satirico. Bisogna aspettare Osamu Tezuka, nel dopoguerra, perché il manga si affermi come un vero media narrativo, moderno e popolare.

In fondo, penso che questo nome porti in sé sia la leggerezza del tratto che la forza della narrazione, un mix sottile che fa tutto il fascino del genere, unico nel suo genere.

Dove si trova il nome Manga oggi? Distribuzione geografica e diffusione culturale

Il manga è prima di tutto un fenomeno giapponese, ovviamente, ma da diverse decadi ha conquistato il mondo. In Francia, per esempio, siamo decisamente dipendenti, al punto che il paese è il secondo maggior consumatore di manga dopo il Giappone.

In Giappone è ovunque, nelle riviste, nelle librerie, nella cultura popolare. In Francia troviamo festival giganteschi come la Japan Expo che attirano centinaia di migliaia di fan ogni anno. Questa presenza non è affatto casuale e testimonia una vera passione.

Il manga si trova anche in forme multiple negli Stati Uniti, in Europa in generale e persino in America Latina. Le traduzioni fioccano, le serie animate abbondano, i prodotti derivati pure, prova di questa diffusione impressionante. Questo nome, Manga, è un perfetto esempio di una cultura globale.

A dire il vero, questo successo mondiale rende la questione della localizzazione quasi superflua. Il manga è in un certo senso diventato globale, adattandosi, evolvendosi, inserendosi sotto molteplici influenze senza perdere la sua singolarità.

Varianti del nome Manga e sue estensioni culturali

Il termine Manga sembra unico nel suo genere, ma si trovano comunque varianti simili a seconda dei paesi. Per esempio, in Corea si parla soprattutto di Manhwa, mentre in Cina c’è il Manhua. Queste forme hanno la loro propria storia, ma si sente bene la parentela geografica e storica.

È divertente anche vedere che chi si ispira allo stile giapponese in altri paesi anglofoni parla di Amerimanga o di Manfra da noi in Francia, quando non è semplicemente manga-like. Queste declinazioni mostrano quanto questo stile sappia esportarsi e adattarsi.

E poi c’è anche l’anime, questa forma animata nata dal manga, quasi il suo cugino animato, che ha enormemente contribuito alla popolarità del termine e del genere in tutto il mondo.

I volti celebri del Manga: mangaka che hanno segnato la storia

Impossibile parlare di manga senza menzionare Osamu Tezuka, spesso chiamato il « dio del manga ». Questo tipo ha rivoluzionato tutto il medium nel dopoguerra. Il suo modo di raccontare, di strutturare il racconto, di disegnare i suoi personaggi ha fatto scuola.

E poi ci sono tanti altri nomi che parlano ai fan: Rumiko Takahashi, l’autrice di Ranma ½, Masashi Kishimoto con Naruto, Eiichiro Oda per One Piece, tutti con i loro universi così particolari, che hanno toccato milioni di lettori.

Se avete un nome di mangaka in mente, ci sono buone probabilità che abbia contribuito a popolarizzare questa famosa parola manga oltre i confini giapponesi. I manga popolari hanno spesso anche adattamenti animati che ne rafforzano l’aura.

Un aneddoto simpatico: Tezuka si è avventurato anche nell’animazione e ha creato Astro Boy per la TV giapponese, il primo anime per bambini, che rimane cult ancora oggi.

Alcuni consigli per scoprire il mondo Manga

Se volete lanciarvi nella lettura dei manga o anche imparare di più sulla loro storia, vi consiglio di iniziare con i grandi classici che tutti conoscono. Naruto, naturalmente, One Piece, Dragon Ball per i pionieri.

Dopodiché, non esitate a dare un’occhiata a storie più recenti o meno popolari: i manga seinen per adulti spesso offrono racconti molto ricchi, a volte anche storici o psicologici.

Per andare oltre, esplorate le riviste di prepubblicazione giapponesi (come Weekly Shōnen Jump) che danno uno sguardo alle novità e alle tendenze. E se siete curiosi, gli specialisti della japanimation spesso condividono dossier online che è assolutamente necessario leggere.

Non limitatevi neppure ai manga cartacei: gli adattamenti animati, i prodotti derivati, i videogiochi legati al manga sono tante porte d’ingresso diverse. Appassionante, no?

Alcuni dati per capire l’ampiezza del fenomeno Manga nel 2025

Nel 2025, si stima che più di 36 milioni di copie di manga siano state vendute in Francia durante l’anno, un numero enorme anche se segna un leggero calo dopo i record recenti. Il Giappone rimane ovviamente il gigante del mercato con miliardi di yen di fatturato.

Il manga rappresenta circa il 40% del mercato totale del fumetto in Francia, una quota impressionante se ci pensiamo. Ciò mostra quanto il nome Manga non sia solo una parola, ma un vero settore economico e culturale a sé.

Dal punto di vista editoriale, alcuni editori dominano il mercato, come Glénat, Kana o Pika, che sono anche garanti della popolarità duratura di questo nome. E i nuovi talenti continuano ad emergere, rinfrescando costantemente questo universo.

Le vendite hanno conosciuto una crescita spettacolare negli anni 2010 prima di stabilizzarsi leggermente, e lo sviluppo del manga digitale sconvolge anche le pratiche di lettura.

  • 📚 Oltre 30.000 titoli di manga sono in circolazione in Francia nel 2025.
  • 🎥 L’adattamento in anime riguarda quasi il 40% dei manga di successo.
  • 🌍 La Francia è il secondo mercato mondiale del manga dopo il Giappone.
  • 📅 Oltre mille nuovi titoli escono ogni anno in Giappone.
  • 📱 Il manga digitale rappresenta una quota crescente delle vendite totali.

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