Show summary Hide summary
Alain Bashung, un nome che ancora risuona forte nella canzone francese, è nato il 1° dicembre 1947 a Parigi. A 61 anni, misurava circa 1,75 metri, con un carisma evidente, e ha segnato la musica fino alla sua scomparsa nel 2009. Dietro la sua musica, la vita non è stata semplice, credetemi.
La sua infanzia è un vero romanzo. Suo padre, che non ha mai conosciuto, e una madre bretone operaia alla Renault che faticava ad arrivare alla fine del mese. Così, fu mandato dalla nonna in Alsazia, lontano dalla capitale, in un mondo rurale piuttosto duro. Scoprì molto presto una passione vibrante per la musica, in particolare quella follia per il rock ’n’ roll di Elvis Presley e Little Richard.
Sapete, spesso è in quei pezzi di vita un po’ accidentati che crescono i più grandi artisti. Lui imparò a suonare l’armonica, cantò nel coro della chiesa, prese molto giovane la chitarra, a volte come si cerca la propria strada, con una mano esitante ma decisa. E più tardi, Parigi lo raggiunse, con il suo BTS in tasca e… una chitarra pronta a uscire.
Alain non si accontentava di essere un semplice cantante. Era un esploratore musicale, un poeta rock che ha saputo unire testi profondi a suoni innovativi, a volte disorientanti, ma sempre vibranti. Ha vissuto una vita con i suoi alti, i suoi bassi, le sue lotte contro la malattia, i suoi trionfi e le sue zone d’ombra.
Alain Bashung, l’uomo dietro la leggenda della canzone francese
Allora, chi è veramente Alain Bashung? Questo ragazzo era un po’ il rocker intellettuale francese, con quella voce grave che ti prende al cuore. Il suo vero nome? Claude Alain Baschung, e credeteci o no, ha perso la « c » nel suo cognome per forgiare la sua leggenda. Parigino di nascita, ma cresciuto in Alsazia, porta dentro di sé questa miscela di influenze che farà il suo stile.
Prima che la gloria bussasse alla sua porta, passava le giornate a girare le scene parigine, suonando in gruppi come i Dunces (adoro questo nome!). Voleva rompere la routine con la sua chitarra, sconvolgere la varietà tiepida degli anni ’60. È grattando, componendo, faticando che ha forgiato il suo carattere e il suo suono così particolare.
La vera rivelazione fu il suo incontro con Boris Bergman, il suo complice di testo che gli offrirà perle come « Gaby oh Gaby » o « Vertige de l’amour ». Senza dimenticare quel coro di ammiratori e critici che lodano il suo lavoro già alla fine degli anni ’70, anche se il grande pubblico ci mise qualche anno a seguirlo.
Per chi vuole immergersi nella sua storia e discografia, consiglio vivamente di fare un giro sul suo sito ufficiale, una vera miniera per fan e curiosi.
I momenti più importanti di una carriera fuori dal comune
Ora, è proprio qui che si trova il vero tesoro, capite? Perché Bashung, all’inizio, fu dieci anni di lotta. Molti dischi dall’immagine commerciale un po’ traballante e nessuno che veramente lo notasse. Vi ricorda qualcuno? A me fa pensare a quanti talenti si perdono lungo la strada.
Ma bam, nel 1980, « Gaby oh Gaby » esplode tutto. Da un giorno all’altro, è lì, tra noi. Poi « Vertige de l’amour » nel 1981, e lì inizia la scalata. Possiamo anche menzionare quell’album cult degli anni ’90, Fantaisie Militaire, dove « La nuit je mens » rimane un riferimento assoluto. L’album ha persino vinto tre Victoires de la musique, un bel traguardo!
Nonostante la sua salute precaria, non mollò. Nel 2008, tornò con Bleu Pétrole, un disco che mescola country e rock con una classe incredibile. Lavorò con grandi nomi come Gérard Manset e Gaëtan Roussel. Il suo tour fu un successo, anche se il cancro lo raggiunse.
Per scoprire i suoi brani imprescindibili in streaming, date un’occhiata alla sua pagina Deezer, vi piacerà.
Vita privata e segreti di un artista complesso
Allora, nella vita privata, Alain Bashung non era il tipo super accessibile. Piuttosto riservato, a volte anche misterioso. La musica era la sua vita, il suo rifugio. Ha avuto tre matrimoni, e due figli, Arthur e Poppée. Ma attenzione, i suoi rapporti familiari non erano sempre sereni, soprattutto con suo figlio Arthur, da cui avrebbe preso le distanze per diversi anni.
È una pagina un po’ triste della sua storia. Dopo la sua morte nel 2009, l’eredità è stata fonte di tensioni tra la sua ultima moglie Chloé Mons e suo figlio Arthur. Questioni di testamento, diritti d’autore, insomma drammi che hanno sorpreso più di un fan. Beh, ognuno può pensare quello che vuole, ma mostra bene che la star, anche enorme, conserva le sue zone d’ombra.
La sua lotta contro il cancro ai polmoni durò circa un anno prima che si spegnesse a Parigi. L’annuncio della sua malattia e la sua scomparsa furono uno shock per tutti, i suoi funerali a Saint-Germain-des-Prés radunarono numerose figure del mondo artistico in suo omaggio.
Un ritratto completo ed emozionante della sua vita privata è disponibile su Gala, per i curiosi che vogliono saperne di più.
Qualche aneddoto gustoso su Alain Bashung
Ah, gli aneddoti, volete? Ecco alcuni che mostrano bene la personalità singolare di Alain. Per esempio, sapevate che durante un concerto improvvisava pezzi inediti di oltre venti minuti, lasciando il pubblico sospeso alla sua creatività? È incredibile come riuscisse a trasformare un semplice show in un momento unico.
O ancora la sua collaborazione con Serge Gainsbourg. Non era solo un featuring, era un incontro artistico tra due universi che si amano. Il loro album Play Blessures rimane un gioiello da scoprire. Per capire questo aspetto un po’ oscuro, ma così affascinante, vi invito a consultare la sua biografia dettagliata su Wikipedia.
Infine, il fatto che abbia un posto nel cimitero del Père-Lachaise con una tomba incisa come un vinile, è proprio Bashung, no? Semplice, ma con un occhiolino al suo arte.
I progetti e le collaborazioni recenti di Alain Bashung in ricordo
Beh, non mentiamo, dal 2009 Alain Bashung non può più pubblicare nuovi album. Ma la sua opera continua a vivere, in particolare attraverso le edizioni postume come Dimanches à L’Élysée o l’album En Amont uscito nel 2018, raccolta di brani inediti registrati tra il 2002 e il 2008.
La sua vedova Chloé Mons lavora anche per far perdurare il suo patrimonio artistico, spesso in collaborazione con artisti contemporanei. La musica di Bashung continua a influenzare generazioni intere e la scena rock francese gli deve molto.
Nel 2025, è un po’ un’icona senza tempo, le cui canzoni risuonano ancora nelle radio, ma anche su YouTube con un canale ufficiale che tiene i suoi fan connessi a questo patrimonio musicale ufficiale.
Se cercate un’immersione esaustiva sulla sua carriera e i suoi progetti, France Bleu offre reportage appassionanti su questa leggenda.
Gli imprescindibili di Alain Bashung da ascoltare assolutamente 🎵
- 🎸 Gaby oh Gaby – la hit che ha cambiato tutto
- 🎤 Vertige de l’amour – un classico del rock francese
- 🎶 La nuit je mens – poesia scura e avvolgente
- 🕶️ Osez Joséphine – l’album della consacrazione
- 🎧 Fantaisie Militaire – triplice vittoria alle Victoires de la musique
- 🔥 Bleu Pétrole – energia pura poco prima della sua scomparsa
Sinceramente, riscoprire la sua musica nel 2025 è un regalo. Ogni canzone è un piccolo mondo a sé, un mix di emozioni e intelligenza rara.
