Damon Albarn

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Damon Albarn, è questo il nome che tutti conosciamo, anche se non siamo fan della britpop o della musica elettronica. Nato il 23 marzo 1968 a Whitechapel, Londra, oggi ha 56 anni e misura circa 1,78 m. Un tipo che ha attraversato le epoche senza mai lasciarsi rinchiudere.

Sapete, non è solo quel cantante dietro Blur o Gorillaz, è un vero poliedrico, un tipo la cui creatività trabocca continuamente. A volte si immagina che i 50 anni frenino, beh Damon, lui, è piuttosto stato stimolato. Può sorprendere, soprattutto quando si vede la sua carriera…

Prima della fama, Damon non stava a bighellonare negli studi cercando la gloria. No, cresce in una famiglia abbastanza impegnata nella controcultura. Impara il violino, il pianoforte, ed è al liceo che incontra Graham Coxon, il suo complice musicale per la vita. La storia è iniziata.

Con Blur, dipinge una sorta di affresco della vita inglese quotidiana, mescolando un po’ di nostalgia e molta osservazione diretta. Ma la cosa più affascinante, a mio avviso, resta la sua capacità di reinventarsi, come con Gorillaz, quel progetto che ha cambiato tutto negli anni 2000.

Damon Albarn, l’artista britannico che ha segnato la musica dagli anni ’90 a oggi

Damon Albarn è prima di tutto un londinese dell’Est, un ragazzo che ha vissuto il passaggio dall’era punk all’onda britpop con Blur, poi l’esplosione digitale con Gorillaz. Da più di trent’anni è quella voce che sa catturare un po’ dell’anima urbana e moderna del Regno Unito.

È cresciuto a Colchester dopo aver lasciato il tumulto londinese con la sua famiglia. Forse questo spiega quel mix di radici popolari e uno sguardo sempre rivolto alla novità. Al liceo si appassiona alla musica, inizia a scrivere con Graham Coxon, e la magia scatta.

Blur parte negli anni ’90, con quel suono che va dritto a ciò che i giovani inglesi vogliono ascoltare. Il gruppo è il leader di una scena che include anche Oasis, e fa scintille nelle riviste e nelle classifiche, un vero fenomeno. Damon diventa allora un simbolo di quel decennio splendente.

Ma ciò che colpisce è la sua ricerca permanente. Non si accontenta mai del successo. Blur si trasforma, evolve, e Damon lancia Gorillaz con Jamie Hewlett, il duo esplosivo, per scuotere ancora di più la pop con una band virtuale che è ancora oggi un riferimento mondiale.

Un percorso ricco prima della gloria musicale

Prima che Damon fosse sotto i riflettori, la sua vera vita era già la musica, ma anche un po’ il teatro. Ha provato di tutto, incluso un passaggio alla scuola di recitazione, non per fare cinema, piuttosto per capire lo spettacolo in tutte le sue forme. È così che incontra Graham Coxon, e la leggenda Blur inizia.

A inizio anni ’90 esce il suo primo album con Blur, Leisure. Non è ancora follia, ma dà un’idea del suo talento. Ciò che cambierà tutto è Parklife, nel 1994, un album che ritrae l’Inghilterra con ironia dolceamara e melodie che restano in testa. Lo colloca direttamente tra i grandi.

Il seguito è una conquista permanente, tra il desiderio di non ripetersi e il bisogno di sorprendere. Blur inizia a esplorare suoni più grezzi con Blur nel 1997, poi atmosfere più cupe in 13. Damon c’è, ma amplia i suoi orizzonti, soprattutto con Gorillaz.

Carriera e successi che superano i generi

Avrete sicuramente cantato o sentito Song 2 (sì, quel successo!), o Clint Eastwood dei Gorillaz senza nemmeno saperlo. Damon ha quel dono di fare hit che attraversano le generazioni. Ma non è solo un creatore di successi, è un esploratore sonoro. Cornucopia? No, sceglie le sue collaborazioni come si scelgono gli amici.

E qui è pazzesco. Lavora con Snoop Dogg, George Benson, Tony Allen, leggende e contemporanei. Il suo progetto Africa Express, per esempio, è un ponte culturale tra l’Africa e l’Occidente. Si sente qualcuno che cerca sempre di abbattere le barriere.

Tra Gorillaz, Blur, The Good, The Bad and The Queen, e le sue collaborazioni, Damon Albarn sembra inesauribile. Nel 2018 esce The Now Now con Gorillaz, un album più introspettivo, quasi intimo, prova che non gira mai in tondo. Questo significa, francamente, un bel po’ di album e viaggi.

La vita privata di Damon Albarn, questo uomo oltre i riflettori

Dal lato personale, Damon è papà di una figlia, Missy, oggi maggiorenne. Racconta volentieri che avere un figlio ha cambiato il suo rapporto con la musica e i tour. Finite le lunghe assenze, ha imparato a organizzarsi. Una carriera pazzesca, sì, ma sempre cercando di tenere un piede a casa.

Ha smesso di fumare verso i 50 anni, è una tappa che ha superato volontariamente. Dice molto del suo lato pragmatico, questo tipo che avanza, regola i conti con i suoi demoni senza drammi. E si alza presto, dice, quasi come un contadino, per mantenersi in forma e con la mente lucida.

E poi parla di politica, non come uomo di partito ma come osservatore preoccupato. Il Brexit, Trump, tutto questo lo ha davvero segnato. Come artista impegnato, cerca di costruire ponti, di unire persone che altrimenti non si incrocerebbero mai.

Melodie, progetti e collaborazioni da seguire nel 2025

L’ultima fase è intensa, Damon Albarn non si ferma davvero mai. Oltre a The Now Now con Gorillaz, sta preparando un nuovo album con The Good, The Bad and The Queen, che secondo lui è il suo lavoro migliore. Capite il tipo di dichiarazione?

Parallelamente lavora a un progetto legato al Théâtre de Châtelet, una riapertura che mescola musica e teatro, un po’ come ama fare da sempre, tra tradizione e modernità. La cosa più impressionante è che continua anche a investire in Africa Express, che gira in Sudafrica.

Rimane imprescindibile, iperattivo, e fino al 2025 Damon Albarn è un’ispirazione per chiunque voglia vedere la musica come un viaggio senza fine. Un artista che sa come mantenere la sua freschezza senza adagiarvisi sopra.

Alcuni aneddoti sorprendenti su Damon Albarn

  • 🎹 Ha imparato il violino e il pianoforte molto giovane, ma ha deciso di non fare una carriera classica.
  • 🎨 Gorillaz è nato dal suo incontro con il disegnatore Jamie Hewlett, un mix di musica e arti grafiche.
  • 🩹 Quando ha smesso l’eroina, l’ha fatto senza aiuto, solo con due aspirine, una svolta!
  • 🎭 Ha composto un’opera in mandarino basata su un romanzo cinese classico, una dolce follia come se ne vedono poche.
  • 🌍 Africa Express è un festival/collettivo che facilita il meticciato musicale tra Africa e il resto del mondo.

Per scoprire di più su questo personaggio impressionante, potete consultare le pagine della sua biografia molto completa su Britannica o le sue interviste appassionanti, come quella in Rolling Stone. La sua creatività non smette mai di sorprendere e affascinare.

Per seguire ancora di più le sue novità, niente di meglio del suo sito ufficiale damonalbarnmusic.com o i suoi numerosi articoli su Numéro e Rock&Folk, che mescolano analisi ed emozione.


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