Olivier Assayas

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Olivier Assayas, nato il 25 gennaio 1955 a Parigi, è un regista e sceneggiatore che non smette mai di sorprendere appena entra in scena. A 70 anni, è alto circa 1,75 metri, un po’ nella media, ma la sua aura supera di gran lunga la sua statura. Dal punto di vista personale, è un uomo che ha vissuto diverse storie significative, incluso un matrimonio con l’attrice Maggie Cheung. Non male, vero?

Sapete, prima di diventare una delle figure principali del cinema francese contemporaneo, Assayas era un po’ un tuttofare. Grafico, disegnatore, critico – sì, sì, aveva diversi ruoli prima di mettersi dietro la macchina da presa. Ammetto che questo percorso gli conferisce uno sguardo molto particolare sulla sua arte, tra la sensibilità di un artista e un occhio acuto da critico.

Il suo stile, sinceramente, è una miscela sorprendente, oscillando tra influenze alla Nouvelle Vague e i film di kung-fu di cui è appassionato. Originale, vero? Se dovessimo ricordare un film, “Irma Vep” del 1996 ha chiaramente cambiato le carte in tavola, riuscendo a catturare sia il pubblico che la critica con questo audace cocktail di omaggio e innovazione.

Per quanto riguarda le novità, continua a non mollare. Nel 2024 esce “Hors du temps” e per il 2025, il molto atteso “Le Mage du Kremlin” promette ancora belle sorprese con il suo mix di racconto politico e thriller intenso. State tranquilli, Olivier Assayas non è il tipo che si riposa sugli allori.

Le origini e l’identità pubblica di Olivier Assayas: un’eredità artistica e culturale

Allora, sapevate che il papà di Olivier era anch’egli nel mondo del cinema, Raymond Assayas, più conosciuto con lo pseudonimo Jacques Rémy? È pazzesco, vero, questo legame artistico. Sua madre, Catherine de Károlyi, proviene da una famiglia ungherese un po’ bohémien, con un nonno pittore in più. Un vero e proprio melting pot culturale che sicuramente alimenta la sua creatività.

Curioso, questa origine mista, ebraica-greca da parte paterna, ungherese da parte materna, dà un regista allo stesso tempo profondamente radicato in una tradizione europea e aperto alle influenze asiatiche. Lo vedrete spesso nei suoi film, adora mescolare stili e riferimenti.

Prima di farsi un nome, si è formato nelle arti plastiche e nelle lettere. Non sorprende che nelle sue opere si ritrovi un vero approccio sensibile, quasi riflessivo, con questa combinazione di padronanza tecnica e aperture intellettuali. Una specie di esploratore del cinema, sempre.

Nella vita privata, Assayas è un tipo un po’ riservato, non troppo esibizionista. Ma non ha mai nascosto i suoi rapporti a volte complessi, in particolare con l’attrice Maggie Cheung, o più tardi con la regista Mia Hansen-Løve, con cui ha avuto un figlio. Una vita privata che influenza anche le sue scelte artistiche, è evidente.

Il percorso di Olivier Assayas prima della fama: critico, disegnatore e un amore per il cinema eclettico

Quello che adoro di Assayas è questo lato appassionato e un po’ tuttofare. Negli anni ’80 è stato prima critico per riviste come Cahiers du cinéma o Rock & Folk. Capite? Ne parla con un tale amore che si capisce già che era sulla strada per diventare un creatore lui stesso.

Una tappa obbligata per lui è stato un viaggio in Cina e Hong Kong, dove ha incontrato quei registi emergenti in piena ascesa. Questo ha chiaramente influenzato le sue scelte, soprattutto nel cinema di kung-fu che gli è rimasto attaccato. Affascinante come alcuni viaggi decidano una vita.

Accanto a questo, è anche un ex disegnatore e grafico. Un ragazzo che non viene dal nulla, insomma. Ha persino diretto il suo primo cortometraggio, Copyright, nel 1979. Una vera prima pietra verso quella che sarebbe diventata una carriera brillante, ma tranquilla, senza fretta.

Quel periodo prima del cinema gli ha permesso di affinare il suo orecchio e il suo sguardo, armi indispensabili nel mondo a volte spietato del 7° arte. Questo produce un cineasta che sa dove va, ma non dimentica mai di ascoltare il suo istinto, capite?

I grandi successi e gli stili marcanti nella carriera di Olivier Assayas

Dal 1986, con Désordre, attira l’attenzione. Ma è davvero nel 1996 con Irma Vep che esplode. Il film è un po’ folle, un mix tra omaggio al cinema muto e influenza asiatica, con Maggie Cheung protagonista. Probabilmente lo avete visto, questo film è diventato cult.

Ha poi esplorato molti generi, dal dramma adolescenziale con Après Mai del 2012 alle trame politiche in Carlos del 2010. Quest’ultimo ha fatto vincere un César a Édgar Ramírez. Si sente che la politica lo stuzzica, pur mantenendo quello sguardo umano sui suoi personaggi.

Impossibile dimenticare Personal Shopper del 2016, un film con Kristen Stewart che mescola il fantastico a una profonda riflessione sulla perdita e la connessione, premiato a Cannes per la regia. Francamente, quel premio era meritato, anche se il film non ha conquistato unanimemente subito.

Nel corso degli anni, Assayas ha creato un legame forte con attori come Juliette Binoche, Guillaume Canet, e attraverso le collaborazioni continua a sfidare i codici del cinema moderno. Che carriera solida e tortuosa!

Una lista di film imprescindibili per capire Olivier Assayas 🎬

  • 🎥 Désordre (1986)
  • 🎥 Irma Vep (1996)
  • 🎥 Carlos (2010)
  • 🎥 Après Mai (2012)
  • 🎥 Personal Shopper (2016)
  • 🎥 Doubles Vies (2019)
  • 🎥 Cuban Network (2019)
  • 🎥 Hors du temps (2024)
  • 🎥 Le Mage du Kremlin (2025)

Vita privata di Olivier Assayas: tra incontri e legami forti

Allora, siamo lontani dallo stereotipo del regista recluso. No, Assayas ha avuto relazioni molto importanti, incluso il suo matrimonio con Maggie Cheung, attrice hongkonghese, dal 1998 al 2001. La loro collaborazione sullo schermo, in particolare per Irma Vep, era già intensa, tanto sentimentale quanto professionale.

Dopo, ha vissuto una quindicina d’anni con Mia Hansen-Løve, anche lei regista, e insieme hanno avuto un figlio. Una famiglia nel cinema crea legami unici, tanto fonte di felicità quanto di sfide.

Il suo entourage vicino comprende anche il fratello Michka, giornalista e scrittore, e un fratellastro diplomatico. Questa miscela di arte e diplomazia in famiglia… un bel cocktail che aggiunge complessità e profondità al suo sguardo sul mondo, vero?

Diciamo che le sue relazioni influenzano molto il suo modo di raccontare storie, mai in modo superficiale, sempre con un’onestà rara. Ne esce un cinema molto vivo.

Più che film: qualche episodio sorprendente su Olivier Assayas

Sapevate che il suo famoso numero su Cahiers du cinéma riguardante i cinema asiatici è stata una vera avventura? Viaggiò in Cina per incontrare i giovani registi di Hong Kong e Taiwan. È stato chiaramente un momento chiave che ha ampliato i suoi orizzonti e influenzato il suo stile.

Un’altra cosa grandiosa: il suo progetto Idol’s Eye, con star come Robert Pattinson, è stato annullato e poi rilanciato, con Sylvester Stallone che ha preso il posto di Robert De Niro. Una vera telenovela quasi hollywoodiana, non è roba da inventare.

E non esita a mescolare cinema e altre arti, come la danza contemporanea con il film su Angelin Preljocaj. Insomma, non fa mai niente a metà e si sente nelle sue opere.

Un piccolo extra: è stato lui a supervisionare la riedizione delle opere di Guy Debord, che mostra il suo interesse per l’arte impegnata e le idee forti. Solo questo!

Le ultime opere e le collaborazioni principali di Olivier Assayas

È ancora attivo, e non poco. Nel 2019 dirige Cuban Network, un thriller di spionaggio con Penélope Cruz – sì, proprio lei! – e Gael García Bernal. Questa storia di spie pro-Castro a Miami dimostra bene quanto gli piaccia mescolare politica e racconto umano.

Possiamo anche citare il suo ritorno in TV con la serie Irma Vep per HBO nel 2022, un progetto che reinventa l’originale aggiungendo un tocco contemporaneo. Una scommessa piuttosto audace e ben accolta.

Ha anche collaborato come sceneggiatore per un film di Polanski, il che dimostra che è riconosciuto come un autore capace di adattarsi a universi diversi. Un vero camaleonte del cinema.

Per il 2025, il suo film Le Mage du Kremlin promette sicuramente di fare scalpore. Con lui non ci si annoia mai, è sempre un’avventura ad alto volo, che mescola intrigo e riflessione intensa.

Se volete immergervi più a fondo nell’universo di Olivier Assayas, vi consiglio vivamente di dare un’occhiata alla sua filmografia completa su Allociné, o al suo ricco profilo su IMDb. Per una lettura più intima, la biografia su Who’s Who vale davvero la pena.

E se cercate un ottimo articolo sul suo impatto e sul suo percorso, la lettura su Pop Cinema è imperdibile. Quanto al suo stile audace e al suo posto nel cinema moderno, si legge molto bene su Filmoscope.


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