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Ah, Pierre Bachelet… sicuramente lo avete già sentito, quelle melodie che ti colgono di sorpresa, e quella voce dolcemente malinconica che ti resta in testa. Nato il 25 maggio 1944 a Parigi, misurava circa 1m75. Il suo percorso è un po’ un romanzo con molti capitoli, ciascuno più affascinante del precedente.
Non ci si aspetta sempre che un bambino di una famiglia modesta di lavanderi diventi un’icona della canzone francese, ma ecco Pierre, che cresce tra Parigi e Calais, la terra ch’ti che lo segnerà per tutta la vita. E seriamente, senti l’anima dei corons solo ascoltandolo.
E poi c’è quella cosa con il cinema. Sì, perché prima di essere cantante, Pierre Bachelet si è cimentato nella regia. Documentari, pubblicità… il cinema gli apre le porte, soprattutto nella galleria sonora, capite il genere? Questo mestiere diventerà alla fine la rampa di lancio della sua carriera musicale. Pazzesco, no?
E allora, quando compone la colonna sonora di un film erotico diventato cult, “Emmanuelle”, nel 1974, lì davvero viene proiettato direttamente sotto i riflettori. Non male per un ragazzo che non pensava di diventare un cantante professionista.
Chi è veramente Pierre Bachelet e le sue radici musicali
Ecco un tipo che credevamo solo un tipo della pubblicità e del cinema, ma in realtà è un uomo del Nord nell’anima, anche se è nato a Parigi. Calais, con i suoi terreni e i minatori, l’ha segnato profondamente. Sono le sue radici ch’ti che danno forza alle sue canzoni, è innegabile.
La musica per lui è un amore antico. Comincia la chitarra abbastanza giovane ma non voleva davvero farne una professione. Un colpo di dadi, come si dice. Eppure esplode con la colonna sonora di Emmanuelle, e cambia tutto. Il successo è enorme, un milione di copie vendute, niente male.
La cosa bella è che Bachelet non è davvero quello che si chiama una superstar mediatica. Piuttosto discreto, persino taciturno, ma con una delicatezza di scrittura e una sincerità che toccano direttamente il cuore. Niente glitter, solo vero. È del tipo che si fa apprezzare sul palco, soprattutto con i suoi tour in Belgio e Quebec.
La sua identità è un mix di artista del Nord, narratore musicale e uomo semplice che ama la vela. In più, resta fedele ai suoi valori e non corre mai dietro alla moda o alle tendenze del momento. Una scommessa che gli ha permesso di durare. Capite il problema, è che questo non gli porterà forse la gloria appariscente che meritava.
Il percorso prima della celebrità: dal cinema alla musica
Beh, prima di essere la voce dietro Les Corons o Elle est d’ailleurs, Pierre fa esperienza nel cinema. Non è facile, eh, tocca un po’ tutto: documentari, pubblicità, jingle… è lì che incontra futuri grandi come Jean-Jacques Annaud e Patrice Leconte. Vi dà un’idea dell’ambiente.
Il suo vero inizio nella musica professionale è nella composizione di colonne sonore. Non è la hit pop di moda, ma un lavoro solido che gli permette di perfezionare il suo stile. È lavorando con Just Jaeckin, che dirige Emmanuelle, che scatta la scintilla. La musica di questo film fa un gran successo, concetto radio e cinema uniti, incredibile.
Dopodiché, compone per altri film, alcuni meno conosciuti, altri cult come Coup de tête di Jean-Jacques Annaud. Una sorta di melting pot di stili in cui Pierre si arricchisce ma mantiene sempre quel lato autentico, giusto, quasi pudico. Si sente davvero l’artista discreto che lavora duro senza fare troppo rumore.
E per quanto riguarda la canzone da solista, gli inizi sono piuttosto lenti. “L’Atlantique” nel 1974 non esplode subito e solo negli anni 80 trova la sua voce su disco, soprattutto grazie alla sua collaborazione con Jean-Pierre Lang, il suo paroliere preferito.
Il trionfo di Pierre Bachelet e le sue canzoni più grandi
Ah, 1980, è lì che comincia davvero a decollare con l’album “Elle est d’ailleurs”. È lì che incontra Jean-Pierre Lang, un incontro che durerà circa quindici anni. Insieme creano classici che restano nelle vostre orecchie: Les Corons, Marionnettiste, L’An 2001, tanti brani pieni di poesia e nostalgia.
Ma la carriera di Pierre non si limita a qualche hit. Fa molti tour, principalmente in Belgio e Quebec, perché in Francia rimane un po’ ai margini. Sapete, non cerca la sovraesposizione mediatica, preferisce il palco, i veri scambi col pubblico. Gli piace più quello che la luce dei set televisivi.
Il suo album “Vivre” nel 1985 gli apre davvero le porte di una certa notorietà. Suona i suoi pezzi in tournée che attraversano la Francia. Beh, non è l’idolo assoluto dei giovani, ma cattura un pubblico fedele, emozionale, toccato dal suo sguardo sulla vita e le sue storie.
Negli anni 90 collabora con lo scrittore Yann Queffélec, che apporta una profondità in più alle sue opere, con in particolare l’album “Un Homme Simple” nel 1998, omaggio commovente al mare e alla sua idola Éric Tabarly.
Aneddoti che rendono speciale la sua carriera
- 🎵 Per poco sarebbe rimasto un regista pubblicitario e non ha mai cercato di diventare una star vistosa.
- 🌊 Appassionato di vela, ha dedicato una canzone a Éric Tabarly, dimostrando quanto sia rimasto fedele alle sue passioni.
- 🎤 La sua canzone Les Corons è diventata un inno ufficioso del Nord, portata dagli appassionati del RC Lens. Un vero orgoglio locale.
- 📺 Nonostante la sua notorietà, ha sempre evitato di apparire troppo spesso in TV, preferendo il palco.
- 💔 Ha parlato apertamente dello stress legato al suo divorzio, un episodio che ha segnato la sua vita negli anni 90.
La vita privata e le lotte intime di Pierre Bachelet
Piuttosto riservato sulla sua vita privata, ed è meglio così. Si sa solo che si è separato, cosa che lo ha molto colpito. Lo confessa lui stesso: quel divorzio è stato una fonte enorme di stress. Vi immaginate? Per un uomo che cantava con tanta dolcezza è stato comunque un momento difficile.
Il cancro, quella parola che ha colpito Pierre mentre era nel pieno della maturità artistica. Nel 2005 se ne andrà a causa di questa malattia, a 60 anni, a Suresnes. Onestamente, leggere la testimonianza della sua vedova su Gala vi dà un’idea della sua forza e di questa battaglia silenziosa.
Rimane nei ricordi come un uomo semplice, legato alle sue radici, alla famiglia e agli amici. Niente folklore, niente buzz, solo un artista che ha vissuto con le sue emozioni, che ha tradotto nelle sue canzoni così toccanti.
Dieci anni dopo la sua morte, nel 2015, si sono visti omaggi vibranti con album in cui grandi nomi riprendono le sue canzoni. Un bel modo per mantenere viva la sua musica, come sottolinea così bene Morning Femina, che ripercorre il suo percorso con calore ed emozione.
I progetti recenti e l’eredità musicale di Pierre Bachelet nel 2025
Trent’anni dopo i suoi primi successi su disco, Pierre Bachelet resta un punto fermo. Nel 2025 si possono ancora ascoltare i suoi successi su Allformusic o passeggiare nella sua discografia completa su Deezer, per immergersi nel suo universo.
Il suo canale YouTube ufficiale offre anche una bella selezione dei suoi video e live, perfetto per chi vuole vibrare all’antica ma con l’accesso facilitato che offre internet (Youtube Pierre Bachelet).
Molti giovani artisti hanno ripreso i suoi standard in album tributo, prova che la sua influenza non si esaurisce. E francamente, ascoltare “Les Corons” o “Emmanuelle” oggi fa sempre quell’effetto commovente, quel brivido.
Se volete capire cos’è una carriera autentica, senza artifici, dove prevale l’emozione, Pierre Bachelet rimane un modello. Non sorprende che sia ancora celebrato e ascoltato con tanto fervore, anche dopo tutti questi anni.
Scoprite gli imprescindibili di Pierre Bachelet attraverso le sue canzoni iconiche
- 🎶 Les Corons : inno dei minatori e del Nord.
- 🎶 Emmanuelle : colonna sonora del film cult.
- 🎶 Elle est d’ailleurs : canzone che ha reso popolare Pierre Bachelet.
- 🎶 Marionnettiste : poetica e toccante.
- 🎶 L’An 2001 : brano visionario e senza tempo.